Santa Croce del Sannio
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Il Monastero di San Pancrazio

L'illustre conterraneo G. Maria Galanti, nella descrizione del Contado del Molise, menzionando il paese natio, scrive: "un miglio discosto da Santa Croce, in luogo chiamato S. Pancrazio, si osservano le vestigia di una città affatto sconosciuta". Il monastero fu edificato per opera dei monaci di S. Benedetto che lo dedicarono a San Pancrazio, il santo eroe fanciull.

Il monastero fu edificato nel luogo dove dovevano esserci avanzi di costruzioni civili o di un tempio dedicato a qualche dininità pagana.
Non potrebbero avere altra spiegazione i continui ritrovamenti in quella località. Ritrovamenti di ossa umane, di monete dell'epoca romana, di blocchi di pietra squadrate e lavorate, avanzi di stipiti e soglie di portoni di dimensioni ragguardevoli, nonche di pezzi di mosaici.

Nessuno ha mai avuto cura di salvare dalla distruzione totale le reliquie che avrebbro potuto costutuire un materiale prezioso per lo studio della vita del monastero e del paese.
Il monastero sorgeva in località vantaggiosa per il traffico e le comunicazioni, non distante dal Regio Tratturo che collegava con Sepino (l'attuale Altilia di Sepino) e vicinissima ad una sorgente perenne ed abbondante detta "Cannavali".
Nell'anno 872 i Saraceni, guidati dal fiero Seodam, irruppero nel territorio beneventano lasciando distruzione e lutti lungo il loro cammino. Durante questa invasione il monastero subì considerevoli danni per cui dovette essere abbandonato dai monaci. Di esso rimane solo il nome.

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