Santa Croce del Sannio
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Le origini. Il casale e il nome

Ruderi di antiche fabbriche esistenti tuttora in contrada S. Barbara e nell’altra di S. Pancrazio (ora denominata San Francazio), insieme a ritrovamenti di monete dell’epoca imperiale ed al disseppellimento di ossa umane, testimoniano, con sicurezza, che fin dalla remota antichità la terra di Santa Croce del Sannio fu abitata.

Nell’intera regione del Sannio antico, insieme a fiorenti città, prosperavano nelle campagne vichi e paghi. Nel territorio di Santa Croce del Sannio certamente dovevano esservi dei paghi, i cui abitanti, servendosi a monte del tratturo Pescasseroli – Candela e a valle della via mulattiera che per la riva sinistra del Tammaro univa le città di Sepino con la capitale della Repubblica Bebiana, facevano capo per gli scambi commerciali alle vicine città di Sepino, Morcone, Circello, già politicamente organizzate.
La cruenta e lunga lotta di predominio fra Roma e il Sannio ebbe le sue dannose ripercussioni anche nella nostra terra, quando i romani vincitori, saccheggiarono e distrussero dlle fondamenta le più floride città sannitiche, massacrando e deportando gli abitanti.  Un numeroso nucleo di uomini scampati alle stragi prescelse come sede il colle sul quale è l’attuale abitato.
La vita di questo gruppo e degli altri che si insediarono nei paghi e vichi sparsi nel territorio si sviluppò per lungo periodo fra le difficoltà ed i pericoli di ogni sorta determinati dalla grave miseria morale ed economica, durante i secoli in cui al decadimento della potenza romana, seguirono guerre e invasioni dei barbari nell’intera regione. Con il consolidarsi della dominazione longobarda, nei limiti consentiti dai tempi, furono assicurate migliori condizioni di vita e il rispetto dei diritti della persona, della famiglia e della proprietà. Questo determinò una fiduciosa ripresa e benefici effetti di generale progresso.

Gli abitanti del casale, giovandosi della posizione favorevole dell’abitato, attrassero nella loro sfera di influenza anche gli agglomerati rurali di un’ampia area circostante, accrescendo così la popolazione e creando i presupposti  per una vita sociale autonoma nei confronti dei paesi vicini. Da qui la necessità di avere un proprio nome per individuarsi e distinguersi da essi. Il bisogno di esternare il sentimento di gratitudine per aver superato le passate sventur, insieme al desiderio di assicurarsi la protezione celeste, furono i motivi per dare al casale il nome della Santa Croce.
L’esistenza del paese di Santa Croce , trova conferma in un documento dell’ottavo secolo, il “regesto di Pietro Diacono” dove si scrive che il re Desiderio nell’anno 762 donò all’abate Teodomadario molte terre e ville e fra queste anche “Sanctae Crucis in castro Casale, Monasterium S. Pancratii”.
Il massiccio edificio nel quale abitarono i signori feudatari, oggi per la maggio parte casa comunale ed in parte edificio privato, si presenta tuttora come un fortilizio. Edificato sulle rocce al centro del contrafforte, che dal “Toppo dei Cardi” degrada fino alla valletta sottostante del torrente “Rio Freddo”.

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