Santa Croce del Sannio
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Altilia di Sepino - Saepinum

A pochi chilometri da Santa Croce del Sannio (17 Km) sorge una vasta area archeologica di epoca romana, Sepino (Saepinum).

Le prime esplorazioni archeologiche di Saepinum risalgono alla seconda metà del 1800 come testimoniato dalla “Topografia dell’Altilia” redatta nel maggio 1877 da Francesco Di Iorio dalla quale si evince che già a quell'epoca esistevano nell'area strutture scavate e successivamente rinterrate in tutto o in parte.
Dal 2010 l’area è stata oggetto di una serie di scavi archeologici che hanno riportato alla luce quasi integralmente la cinta muraria che delimita integralmente l’insediamento abitativo, essa è lunga circa 1.270 metri, edificata tra il 2 a.C. ed il 4 d.C. in opus reticulatum, nella quale si aprono, a cavallo dei due assi stradali principali, quattro porte monumentali, che ripetono lo schema dell’arco onorario romano, un solo fornice a tutto sesto, fiancheggiato da due torri circolari. Lungo il tracciato della cinta muraria si innesta un sistema di 29 torri a pianta circolare (attualmente solo 19 rimangono in vista), poste a circa trenta metri di distanza fra loro (100 piedi). Gli scavi effettuati nel 2010 hanno consentito l’esplorazione quasi completa della cortina muraria, ad eccezione del breve tratto nel settore Sud-Est. È stato così possibile quantificare il numero complessivo delle torri in numero di 35.
La città romana è preceduta da un centro fortificato di epoca sannitica che sorge sulla montagna retrostante, detta di “Terravecchia”, espugnato dai romani nel 293 a.C., durante la terza guerra sannitica, ed in seguito a ciò abbandonato dalla popolazione che si sposta appunto a valle scegliendo come area di insediamento il punto di incontro di due assi stradali che diventano il decumano e il cardo massimi della città: il tratturo Pescasseroli-Candela e quello trasversale che scende dal Matese e prosegue verso le colline della piana del Tammaro.

Il centro ha una sua prima organizzazione nel II secolo a.C. e la massima fioritura in età augustea, quando vengono costruiti o restaurati i più importanti edifici della città (dal foro alla basilica, dal macellum alle terme). L’impianto urbano si mantiene vitale almeno fino al IV-V secolo d.C., quando si registra un nuovo fermento edilizio, probabilmente a seguito del terremoto del 346 d.C. che colpì il Sannio e la Campania. A questo periodo segue una forte crisi economica e demografica, aggravata dalle devastazioni della guerra greco-gotica (535-553 d.C.) riflessa nell’abbandono e crollo degli edifici più importanti del centro, nel restringimento dell’area abitata, nell’interramento del basolato del foro e nell’uso sepolcrale di alcune aree ai suoi margini.
Nel 667 d.C. si ha la cessione di tutta la piana ad una colonia di Bulgari da parte dei duchi longobardi di Benevento e la ripresa dell’agricoltura per opera dei benedettini del monastero di S. Sofia di Benevento. La ripresa dura fino alla metà del IX secolo d.C. quando il territorio è minacciato dalle scorrerie dei Saraceni e la popolazione si sposta sulle cime che circondano la piana, alla ricerca di luoghi più sicuri, determinando la successiva nascita dei castelli. La popolazione della Sepino romana si sposta così nel Castellum Sepini, l’attuale Sepino, posto in montagna, in un luogo più sicuro e difendibile. La situazione rimane immutata fino all’arrivo dei Normanni, nella prima metà del XI secolo d.C., quando il territorio di Sepino, insieme a quello di Campobasso, diviene una delle baronie della Contea di Molise.

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